Saproamanita vittadinii (Moretti) Redhead, Vizzini, Drehmel & Contu

Amanita vittadinii (Moretti) Vittad. - Armillaria vittadinii (Moretti) Locq. - Aspidella vittadinii (Moretti) E.-J. Gilbert [nom. illeg.] - Lepidella vittadinii (Moretti) E.-J. Gilbert - Lepiota vittadinii (Moretti) Quél.

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Saproamanita vittadinii

Principali caratteri identificativi: Cappello carnoso, sodo, di dimensioni medio-grandi, da 8 a 20 cm di diametro, all’inizio di forma sferica, poi emisferica, per divenire successivamente convesso e infine piano, a maturazione raggiunta; il margine è inizialmente ottuso, poi regolare e unito. La cuticola è separabile, di colore che va dal bianco al bianco-grigiastro, asciutta, debordante e ricoperta da squame molto fioccose, appiattite, concolori alla cuticola; verso il centro è possibile rinvenirle rialzate e facilmente distaccabili, più resistenti verso il margine. In esemplari maturi, le squame si macchiano di un colore crema sporco fino a bruno chiaro, specialmente alla sommità, soprattutto quelle localizzate nella parte centrale del cappello. Le lamelle sono fitte, arrotondate, con filo seghettato, all’inizio di colore bianco candido, giallo chiaro con l’età o con riflessi verdastri, libere al gambo, intercalate da lamellule di varie lunghezze che partono dal margine del cappello. Il gambo è piuttosto robusto, generalmente slanciato, non bulboso, pieno, liscio sopra l’anello, ricoperto da scaglie bianche, più o meno evidenti, al di sotto di esso; le scaglie si presentano rivolte verso l’alto e di colore bianco, successivamente giallo e crema scuro a maturazione. L’anello è ampio, persistente, discendente e ondulato, con bordo fioccoso, di colore bianco. La volva, di colore bianco, a maturità crema, è difficilmente distinguibile dal resto del gambo perché completamente dissociata dal momento dell’apertura del cappello. La carne è compatta nei giovani esemplari, poi molle, immutabile al taglio, di colore bianco, con odore e sapore molto deboli, leggermente farinacei. Sulla descrizione dei caratteri organolettici è curiosa la citazione di Moretti, autore della specie; esso riporta, nel caso di carne molto intrisa d’acqua e ridotta in poltiglia, un odore particolare che si perde con la cottura, simile a quello che emana il cuoio di pecora preparato, oltre che un sapore amaro e disgustoso.

Caratteri microscopici: Presenta spore da subglobose a ellissoidali, con dimensioni medie di 10,5-12,5 × 8,2-11,2 μm, di colore bianco in massa.

Habitat e fenologia: Specie saprotrofa i cui ritrovamenti si limitano quasi esclusivamente a terreni agricoli precedentemente lavorati a ortofrutta, cioè sui cosiddetti terreni grassi, come in uliveti, prati erbosi, coltivazioni decadute, campi incolti o comunque ricchi di sostanze organiche residue; sembra inoltre preferire substrati neutro-basici o basici. È una specie piuttosto rara, specialmente in Toscana; il suo periodo migliore di crescita va dalla tarda estateall’autunno.

Commestibilità: Su alcuni testi viene ritenuta commestibile dopo adeguata cottura o, addirittura, indicata come un ottimo fungo; come già riportato sopra, l’autore della specie, invece, la ritenne di sapore amaro e disgustoso. Vista la rarità dei ritrovamenti e le diverse opinioni riguardanti la sua commestibilità, riteniamo sia meglio astenersi dal consumarla.

Specie a confronto: vista la sua particolare bellezza, S. vittadinii è una specie facilmente identificabile, specialmente quando gli esemplari sono giovani, completamente di colore bianco candido e dotati dele tipiche ornamentazioni (foto).
Tuttavia, i meno esperti potrebbero essere tratti in inganno, scambiandola per una sua simile, S. codinae (Maire) Redhead, Vizzini, Drehmel & Contu [= Amanita codinae (Maire) Bertault]; quest'ultima è ancora più rara, di dimensioni inferiori, con scaglie persistenti e di colore bruno anche senza aver subito manipolazioni, riscontrabili già nei giovani esemplari. Anche l’habitat è nettamente diverso, visto che S. codinae è una specie termofila, legata ad essenze arboree tipiche dell’areale mediterraneo, quali leccio (Quercus ilex) e sughera (Q. suber). In passato è stata riportata da parte degli autori come varietà di S. vittadinii.
Vista la fragilità delle squame sul cappello, che quindi potrebbero essere dilavate da precipitazioni piovose, S. vittadinii potrebbe somigliare a S. singeri (Bas) Redhead, Vizzini, Drehmel & Contu [= Amanita singeri Bas], A. strobiliformis (Paulet ex Vittad.) Bertill. o A. echinocephala (Vittad.) Quél.; eventuali dubbi in fase di determinazione vengono subito fugati dal fatto che, tutte e tre le specie sopra citate, non hanno verruche evidenti sul gambo. A. strobiliformisA. echinocephala prediligono inoltre habitat diversi, svolgendo un’azione di simbiosi con diverse specie arboree, anche se questo è un elemento poco utile alla distinzione delle specie sul campo.

Inquadramento:

  • DIVISIONE: Basidiomycota
  • SUBDIVISIONE: Agaricomycotina
  • CLASSE: Agaricomycetes
  • SUBCLASSE: Agaricomycetidae
  • ORDINE: Agaricales
  • FAMIGLIA: Amanitaceae

Note e curiosità: Recenti studi di natura molecolare hanno dimostrato l'autonomia delle Amanita saprotrofe e per queste è stato istituito il nuovo genere Saproamanita Redhead, Vizzini, Drehmel & Contu. Le specie mantenute nel genere Amanita Pers., invece, sono tutte ectomicorriziche. In precedenza, per collocare le specie soprotrofe, era stato riconsiderato a livello generico il vecchio epiteto Aspidella E.-J. Gilbert che, però, è risultato illegittimo.