Amanita citrina (Schaeff.) Pers.

A. mappa Batsch - A. verrucosa Lam. - A. venenosa Pers. - A. brunnescens G.F. Atk. - A. citrina var. gracilis Parrot - Agaricus bulbosus Schaeff. - A. citrinoalbidus Vittad. - A. squamosus Lam.

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Amanita citrina

Principali caratteri identificativi: A. citrina si caratterizza agevolmente per il colore giallo-citrino (da cui il nome), l’assenza di fibrille sul cappello, il bordo liscio, l’anello persistente e ampio (a “gonnella”) e la volva aderente al bulbo che è ampio e marginato. Resti del velo generale biancastro sono di solito presenti sulla superficie pileica in forma di verruche o placche irregolari. Nella totalità dei caratteri, A. citrina non è una specie molto variabile; a seconda delle condizioni climatiche può al limite scolorire al giallino chiaro oppure presentarsi con una colorazione più satura tendente al verde. La carne è poco consistente, bianca, con odore e sapore rafanoidi (di rapa).

Caratteri microscopici: Le basidiospore hanno forma da sferica a subsferica, sono ialine (trasparenti), lisce, bianche in massa, di dimensioni medie 7,5-10 × 7-9,5 µm.

Habitat e fenologia: A. citrina è una specie ubiquitaria, molto comune e abbondante in tutti gli ambienti, sia sotto latifoglie come querce, carpini, faggi e castagni, che sotto conifere come abeti e pini. È rinvenibile a tutte le altitudini, dall’alta montagna alla pianura, fino all’ambiente mediterraneo, anche su terreno sabbioso, principalmente in autunno e in inverno.

Commestibilità: Per quanto innocua, se ne sconsiglia la raccolta per scopi alimentari, sia per le scadenti qualità organolettiche, sia perché, in certe condizioni, i meno esperti potrebbero  confonderla con la mortale A. phalloides.

Specie a confronto: Il riconoscimento sul campo di A. citrina risulta alla portata di tutti, anche di coloro che si sono affacciati alla micologia da poco tempo. La prima specie che di solito viene portata a confronto è A. phalloides che, a seconda dei casi, può presentarsi con analoghe tonalità cromatiche, ma che si differenzia nettamente per le fibrille scure innate e radiali sul cappello e per la volva aperta sul gambo. Non rara è A. citrina f. alba (Pers.) Quél., interamente bianca latte in tutte le sue parti, che può essere confusa con la specie tipo, A. citrina, quando quest’ultima si presenta con il cappello particolarmente chiaro. Nei testi troviamo anche una varietà lavendula (Coker) Veselŭ, con velo generale rosato, e infine, ad interim, una forma carneifolia Quirin, Charbonnel & P. Bouchet, con lamelle rosate.
Una specie simile ma molto rara è A. asteropus Sabo ex Romagn., in qualche testo riportata come sinonimo di A. citrina, che si riconosce soprattutto per la carne che tende ad arrossare alla manipolazione, il cappello conico campanulato anziché emisferico e il bulbo basale talvolta fessurato tanto da assumere un aspetto stellato (da cui il nome).

Inquadramento:

  • DIVISIONE: Basidiomycota
  • SUBDIVISIONE: Agaricomycotina
  • CLASSE: Agaricomycetes
  • SUBCLASSE: Agaricomycetidae
  • ORDINE: Agaricales
  • FAMIGLIA: Amanitaceae

Note e curiosità: NN